Padova, sabato 16 novembre
USMI –Araceli Vicenza: 56 - 68
Di Stefano Migotto
“Nessuno può fischiettare una sinfonia. Ci vuole un’intera orchestra per riprodurla” H. E. Luccock
Non preoccupatevi, non abbiamo intenzione di mettere su un coro gospel, tanto amato dal pastore Luccock, si tratta solo di riflessioni a voce alta per condividere alcuni pensieri maturati dopo la partita di sabato sera.
Ho pensato per primo che in fondo, anche se il coach arrivava tardi (grazie Trenitalia per la proverbiale puntualità) non fosse un problema: siamo una squadra e sappiamo tutti cosa fare; mica è il coach che mette la palla dentro il canestro, e gli schemi sono sempre gli stessi. E siamo partiti così tutti uniti nell’intento ma senza una linea precisa da seguire e abbiamo cominciato a fischiare la sinfonia ognuno al massimo e al meglio; ma erano solo tanti suoni, fatti anche bene ma non coordinati tra loro; perché il basket è l’essenza stessa del gioco di squadra, è uno sport ad alto tasso tattico e serve anche un po’ di strategia. E questo essere indispensabili alla squadra non vale solo per il coach, vale per tutti i componenti della squadra, dal giocatore che viene in panchina e magari non gioca, passando per il supporto dei Pucciadores per giungere all’energia positiva di Angelo. Tutti abbiamo un ruolo e piccolo o grande che sia dobbiamo giocare assieme. Poi ci sono gli avversari e tutte le variabili del caso ma in primis dobbiamo suonare lo stesso spartito a tempo.
Abbiamo balbettato e perso meritatamente contro un avversario che era assolutamente alla nostra portata e ha saputo approfittare dei vuoti che abbiamo lasciato.
Veniamo alla cronaca.
1° quarto 11 – 22: iniziamo la partita con capitan Francesco a fare da coach dopo aver raccolto le ultime indicazioni dal tavolo (che voleva un vice capitano in campo! Mah); siamo disordinati e disorientati e pur essendo l’avversario alla nostra portata subiamo i loro canestri senza reagire; la squadra si stringe e fa quadrato ma a quanto pare facciamo fatica a gestire la situazione e siamo tremendamente imprecisi non solo da 3 ma soprattutto nei tiri da due (20%); costruiamo non finalizziamo e cerchiamo fuori dal campo la soluzione. Solo un fallo commesso in un quarto; poca intensità o arbitraggio all’inglese?
2° quarto 16 – 15: proviamo a rientrare in campo dopo aver usato il tempo per trovare una strategia per fare i giochi che sappiamo fare. Ma gli avversari oramai vanno di conserva e ci seguono e guardano rispondendo punto su punto senza strafare; sembra una situazione irreale, i Pucciadores spingono forte e ci sostengono con tutto il loro affetto ma non riusciamo a trasformarlo in energia sul campo; qualche sprazzo di bel gioco ma niente più. Arriva il coach e prende le cose in mano al volo senza riuscire ad imprimere particolare energia; recupera informazioni ma il tempo non è sufficiente a svoltare. Puntiamo alla pausa lunga per rimettere ordine.
3° quarto 13 – 11: sotto di 10 il coach cerca di far ripartire la partita come se si trattasse di un nuovo incontro ma rientrati in campo non riusciamo a concludere a trasformare le giocate in punti; sembriamo dei bravi fischiatori ma ognuno con uno spartito diverso oppure semplicemente siamo su pagine diverse dello spartito, non siamo sincronizzati; pochi punti recuperati e grande sforzo ma 8 punti di svantaggio per la squadra sostenuta dai Pucciadores sono assolutamente recuperabili.
4° quarto 16 – 20: iniziamo l’ultimo quarto mentalmente decisi a recuperare ma oramai probabilmente affascinati dalla profezia che si autoavvera di una sconfitta inevitabile decisa dal fato; come i protagonisti dell’Illiade ci sentiamo prigionieri dei giochi degli dei e non riusciamo a concretizzare e ci arrendiamo agli avversari che ci superano anche in questo ultimo quarto portando il distacco a 12 punti; ciò che fa pensare non sono i 68 punti degli avversari ma i 56 realizzati; difesa medio molle - attacco spuntato, un binomio perfetto.
Sabato prossimo 23 novembre alle 21:00 andiamo a casa del Vigodarzere, un derby; la squadra ha bisogno del sostegno di tutti per ritrovare fiducia e inerzia.
Tabellini: Bosisio 11, Bruno, Boaretto 11, Bergantin 6, Malagoli F., Viberti 6, Hueber 14, Bassan ne, Malagoli G., Turi F. 8, Quarantotto; coach Pellecchia primo assistente Satalic.